Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma. E sulla scia dell’affermazione di Antoine-Laurent de Lavoisier, possiamo aggiungere che la materia, trasformandosi, si ricicla.
Sul riutilizzo o meglio sul riciclo si fonda quella che, l’economista Gunter Pauli, chiama la Blue economy, secondo cui la sostenibilità si persegue attraverso la trasformazione in merce redditizia di materiali e sostanze che altrimenti sarebbero sprecati.
Che siano stati i saggi filosofici o i trattati di economia, Siemen Cox, professionista in campo finanziario, e Mark Slegers, consulente di eco-business per aziende, hanno costruito la propria idea di business partendo proprio dal concetto di riutilizzo di materiale di scarto.
Si chiama RotterZwam, un progetto di agricoltura urbana che sta diventando un marchio a livello internazionale (di recente è stato ospite nel padiglione olandese a Expo Milano).
I due olandesi hanno proposto la coltivazione di funghi commestibili a partire dagli scarti di caffè, tenuto conto del fatto che quando si beve un caffè il 99% del prodotto viene completamente scartato. Non soltanto l’idea si è dimostrata vincente, (anche in Italia sta prendendo piede in piccole aziende agricole), ma tutto il processo cha ha accompagnato la realizzazione del progetto è stato pensato per recuperare risorse già esistenti, rispettare l’ambiente, creare una serie di business plan alternativi in grado di produrre nuove idee e posti di lavoro.
Non solo. I due olandesi hanno iniziato a utilizzare il caffè recuperato dalle imprese locali e, con il tempo, sempre più bar hanno mostrato interesse per l’iniziativa aumentando esponenzialmente il successo del progetto e alimentando il riciclo di un prodotto che sarebbe stato smaltito.
Il “riuso” non termina qui: il caffè, grazie al processo di coltivazione dei funghi, si trasforma spontaneamente in terra coltivabile, che Siemen Cox e Mark Slegers vendono ai produttori locali.