Un tempo, da questa piccola stazione siciliana, partivano i vagoni carichi di agrumi: per questo motivo, Paternò – San Marco era soprannominata la stazione delle arance. Oggi, ha recuperato il suo legame con il territorio. E vi raccontiamo come.
Una vecchia linea ferrata che un tempo serviva per il trasporto degli agrumi dalla Valle del Simeto, in provincia di Catania, è tornata a nuova vita, insieme al territorio circostante. La “stazione delle arance“ di Paternò – San Marco sorge nell’entroterra catanese, lungo la tratta ferroviaria dismessa Motta S.Anastasia – Regalbuto.
Dopo venti anni di abbandono, è partita la proposta collettiva di convertire l’antico tracciato ferroviario in un luogo di aggregazione socio-culturale.
Ferrovie dello Stato Italiane, tramite Rete Ferroviaria Italiana (RFI), ha dato in comodato l’area ferroviaria abbandonata alle oltre cento associazioni catanesi che nel 2015 hanno fondato SUdS – Stazioni Unite del Simeto, un primo passo verso la sottoscrizione del Patto del Fiume Simeto. Questa struttura di governance, costituita da dieci Comuni delle province di Enna e Catania, l’Università di Catania e oltre sessanta associazioni locali, ha dato il via a un piano di sviluppo locale ispirato ai valori di sostenibilità ambientale ed economia solidale.
La “stazione delle arance” è diventata, quindi, un modello di sostenibilità per l’intera valle, in cui cultura, agricoltura, turismo slow e pratiche partecipative stanno facendo rifiorire l’economia locale.
Le associazioni e gli enti locali hanno ripulito la stazione, che è diventata sede di spettacoli, concerti, workshop con artisti da tutta Italia, mercati con produttori della zona. Mobilità dolce, albergo diffuso, piattaforma per il commercio di prodotti locali, polo museale e culturale sono le caratteristiche di questo modello di rigenerazione urbana e rurale che sta avvenendo in Sicilia, grazie all’impegno e alla sinergia tra le comunità locali, le istituzioni e Ferrovie dello Stato Italiane.