Nel campo della mobilità si avvertono i primi segnali di un cambiamento epocale.
Si sta affermando in tutto il mondo un nuovo modo di muoversi, maggiormente basato sull’accesso ai servizi invece che sulla proprietà dell’auto privata.
L’ambiente ne ha bisogno e un numero crescente di persone vuole spostarsi, in città e fuori, anche senza possedere un veicolo.
La Prima Conferenza Nazionale della Sharing Mobility ha discusso questi temi a Roma, nella Sala della Protomoteca in Campidoglio.
La Conferenza Nazionale è organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility in collaborazione con il Comune di Roma.
L’Osservatorio, promosso dal Ministero dell’Ambiente e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile è la community della sharing mobility italiana.
Unisce operatori di sharing, imprese, istituzioni, università, amministrazioni locali e associazioni che promuovono ed analizzano, da punti di vista diversi, il fenomeno della mobilità condivisa.
Nel corso della Conferenza è stato presentato il Primo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility e la Roadmap normativa.
Primo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility
Obiettivo della ricerca è approfondire le modalità di utilizzo, le motivazioni, la percezione da parte di tutti coloro che utilizzano servizi di mobilità condivisa come car sharing, bike sharing, scooter sharing, bus sharing, park sharing e car pooling in Italia.
In Italia è boom per la mobilità condivisa, soprattutto se a portata di app.
I dati che arrivano dalla Conferenza della Sharing Mobility, confermano il successo: oltre 13.000 biciclette offerte in bike sharing in 200 Comuni e 5.764 auto in car sharing per 700.000 utenti nelle due formule free floating (l’auto che si preleva e lascia ovunque) e station based (si preleva e lascia in appositi spazi).
In particolare dal rapporto emerge che l’Italia è il paese europeo in cui la diffusione, in termini di
numero di servizi attivi, è più alta.
In Francia, dove il bikesharing ha avuto un grande successo di pubblico, i servizi attivi non superano
le 40 città.
Roadmap normativa
L’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility ha elaborato una roadmap condivisa.
Individuati alcuni temi prioritari su cui intervenire subito, fra cui: l’inserimento della sharing mobility nel nuovo Codice della strada, l’avvio di incentivi fiscali agli operatori e agli utilizzatori di sharing, la definizione di nuove forme di assicurazione ed una pianificazione urbana che consideri la sharing mobility come alleato del trasporto pubblico.
La roadmap è stata costruita per conoscere le migliori pratiche di sharing mobility italiana ed internazionale ed i servizi attualmente presenti sul territorio italiano.
Alcuni dati
In Italia la parte del leone per il bikesharing la fa il Nord con il 64% dei servizi e l’81% delle bici condivise, contro il 14% del Centro e il 22% del Meridione.
Le città in cui si ha il maggiore successo sono quelle che hanno legato il servizio ad un corretto dimensionamento del sistema e ad un’attenta gestione.
Tutte le 12 città italiane con popolazione maggiore di 250.000 abitanti dispongono di almeno un servizio di car sharing.
I capoluoghi provincia in cui è presente almeno un servizio di carsharing sono però solo 29 sui 118 totali e non sono ancora presenti servizi di car sharing nelle città metropolitane di Reggio Calabria e
Messina. Napoli è servita da un solo operatore e in termini sperimentali.
Ventuno delle città in cui sono presenti servizi di carsharing si trovano nell’Italia Settentrionale.
Il Centro Italia vede coinvolte tre città, mentre nel Meridione il numero di città coinvolte sono cinque. Dei 5.764 veicoli in car sharing censiti a luglio scorso , il 34% è al servizio della sola città di Milano che conta 370.000 iscritti , seguita da Roma (il 26% dei veicoli e 220.000 utenti), Torino (16% dei veicoli) e Firenze (11%).
Ida Suriano