Vito Tenore, sempre sul Frecciarossa Roma-Milano per lavoro. Ci fai un breve ritratto di te?
Sono un servitore dello Stato, ma anche un uomo dei nostri tempi, ispirato, nel lavoro e nella vita, dalla meritocrazia, dall’etica dei comportamenti, dall’indipendenza nelle scelte. Ma anche un amante del bello, dell’eleganza nei modi e nelle forme.
Di dove sei e cosa fai?
Nasco nella stimolante Napoli, in via Posillipo, vivo nella intrigante ma difficile Roma e lavoro nel centro della modernissima ed efficiente Milano. Sono un giurista, magistrato della Corte dei Conti e professore presso la Scuola nazionale dell’Amministrazione, ma, mosso da curiosità intellettiva e voglia di migliorarmi, ho cambiato più volte mestiere, viaggiando molto: sono stato funzionario della Banca d‘Italia, magistrato ordinario, magistrato militare, avvocato dello Stato e, oggi, molto orgogliosamente, magistrato della Corte dei Conti.

Che tipo di viaggiatore sei?
Viaggio soprattutto per lavoro, utilizzando le accoglienti Frecce. Prenoto di solito nell’area silenzio per lavorare tranquillamente o per rilassarmi. La possibilità di lavoro in treno è davvero unica. Ma è un mezzo ideale anche per alcune vacanze.
Che ricordo hai del tuo primo viaggio in treno?
Un ricordo adolescenziale meraviglioso: il treno regionale un po’ malconcio Napoli-Battipaglia-Eboli con alcuni miei compagni di liceo, con i quali dovevamo raggiungere San Marco di Castellabate per la prima vacanza da soli. Ero invaghito di una compagna e il nostro intenso bacio proseguì per l’intera durata del viaggio.
Cosa ti piace fare a bordo?
Essenzialmente lavoro con il mio pc. In tanti anni di utilizzo delle Frecce ho scritto molte impegnative sentenze su questioni assai delicate, quattro dei miei libri e accurati articoli comodamente seduto nell’area silenzio. Lavorare in treno durante lunghi viaggi, per un magistrato o per uno scrittore, è molto importante: avvicina alla vita. Come magistrato, guardandomi attorno, sono meno distaccato dal mondo reale, popolato di uomini e donne che talvolta sbagliano e che la Giustizia sanziona, ma in modo saggio e umano. Come scrittore, prendo spunti straordinariamente interessanti, che la mera speculazione teorica nel chiuso di una stanza non darebbe mai.
Se avessi la possibilità di introdurre o cambiare qualcosa nel mondo ferroviario, cosa faresti?
In 26 anni di intenso utilizzo dei treni ho colto piacevoli evoluzioni qualitative nel personale, nei mezzi, nei cibi offerti, nella puntualità e nella tempistica dimezzata. Tuttavia vorrei che Trenitalia rendesse più evidenti gli avvisi sul divieto di utilizzo dei cellulari nell’area silenzio: troppi furbetti del telefonino continuano a non rispettarlo. Sarebbe bello, poi, che il WiFi funzionasse sempre e bene.